Costretti a vincere ?

(di Gino Barzacchi)


In tutti gli sport esiste il problema doping e, a volte, non occorre neppure arrivare ad alti livelli di agonismo per riscontrare questa triste ed illecita pratica che distrugge non solo l'integrità fisica dell'atleta ma da un duro colpo all'etica sportiva. A che serve lo sport se non ad educare mente e corpo al miglioramento delle prestazioni atletiche in sintonia con un sano stile di vita?

Evidentemente questi valori stanno svanendo se lasciano il passo ad un'altra realtà dove il risultato, il record, il contratto con lo sponsor ha importanza prioritaria; tanto che l'antico concetto di sport inteso come disciplina dello spirito che forgia il corpo s'inchina al potere di una parola che un tempo aveva il sapore della gloria ed oggi ha, soprattutto, il valore dei soldi: VINCERE, e per vincere si è disposti a tutto! Sempre più spesso, infatti, agonisti ricorrono a farmaci per aumentare le loro prestazioni e per questo viene sempre più spesso sollevato il problema doping. Ma cercare di migliorare le proprie prestazioni agonistiche non è un fatto recente.

Sin dai tempi dell'anticha Grecia, durante lo svolgimento dei Giochi Olimpici era diffuso da parte dei concorrenti l'uso di infusi di erbe e funghi allo scopo di migliorare le proprie performance. Più recentemente, nel diciannovesimo secolo, si diffuse in Francia una mistura di di vino e foglie di coca chiamata "vin maraini" capace di ridurre sensazioni di fatica e di fame durante attività intense e protratte nel tempo. Col passare degli anni queste pratiche sono diventate sempre più diffuse ed efficaci al punto di diventare un fenomeno internazionale al quale è stato dato il nome DOPING. Questa parola deriva da un dialetto sudafricano che si riferiva ad un liquore stimolante che un tempo veniva utilizzato durante alcune cerimonie religiose.

Oggi, il termine doping è sinonimo di uso non terapeutico di sostanze che aumentano, in modo artificioso, le prestazioni dell'atleta in gara. Il termine doping si diffuse intorno ai primi del 900 per indicare la pratica illecita con la quale i cavalli da corsa venivano stimolati per ottenere da questi una maggiore performance e purtroppo si estese sempre più all'uomo, ma secondo fonti attendibili, la pratica del moderno doping da parte degli atleti risale ai Giochi Olimpici invernali del 1952 e si intensificò nel 1954, quando si diffusero sul mercato gli steroidi anabolizzanti. Per combattere l'uso degli anabolizzanti nella pratica sportiva il Comitato Olimpico Internazionale ha stabilito una lista di sostanze, suddivise in classi e metodi proibiti, in modo da poter applicare severe sanzioni disciplinari agli atleti che risultano positivi ai controlli antidoping. Ma la lotta al doping dovrebbe iniziare già in età adolescenziale, magari attraverso la formazione scolastica, con la presa di coscienza di quanto c'è di sbagliato in una pratica tanto diffusa quanto pericolosa alla stessa salute psicofisica di chi accetta il compromesso chimico. Chi sceglie le competizioni come professione sa bene che da lui, sia il tifoso che il suo sponsor, si aspettano il massimo… ovvero la vittoria. Chi conosce questa realtà farà di tutto per ottenerla. Ecco perché la piaga doping è sempre latente e costituisce una concreta minaccia allo sport e agli sportivi.

Tutti gli sport sono contaminati dal virus doping che colpisce preferibilmente gli sport più ricchi, ovvero dove " il gioco vale la candela". Ma vale veramente rischiare la propria salute? Per quanto mi riguarda lo sport che ho scelto tanti anni fa è uno sport "povero" e, a dire il vero, da molti criticato perché tanti campioni di questa disciplina ricorrono all'uso ed abuso di anabolizzanti. Sto parlando del body building, disciplina sportiva che non si esaurisce con intensi allenamenti in palestra, ma che richiedendo particolare cura nell'alimentazione ed un adeguato riposo, diventa un sano stile di vita! Purtroppo il doping è entrato nel mondo del body building da molto tempo e non è facile sanare una situazione compromessa da tanti anni.

La prima mossa da fare per combattere il doping in questo sport, oltre ad intensificare i controlli antidoping, sarebbe quello di ridimensionare i criteri di valutazione che i giudici richiedono nelle gare, ma fino a quando i colossi del Mr. Olympia (la più importante gara professionistica di body building ) costituiranno il trend, con le loro ormai disumane masse muscolari, tra l'altro palesemente ottenibili solo con massicci compromessi chimici, non vedo alcun futuro per il body building! Penso che lo "sport del ferro", come viene chiamato da noi culturisti, sopravviverà solo se ci orienteremo verso il body building Natural, ovvero il fare body building senza ricorrere ad alcuna forma di doping.

D'altronde esistono alcune organizzazioni Natural, come la A.I.N.B.B. (Associazione Italiana Natural Body Building), che permettono di competere anche a livelli mondiali, organizzando appunto i campionati del mondo natural. Purtroppo ci sono atleti onesti e non, per cui è lecito pensare che anche in gare natural partecipino pure atleti dopati, magari con sostanze come il GH, ormone della crescita, invisibile agli esami antidoping. Questa sostanza permette una migliore sintesi delle proteine con effetti anticatabolici e riduzione del grasso. Nonostante la mia dichiarata e ripetuta disponibilità ad effettuare qualsiasi test antidoping richiesto in qualsiasi momento, spesso mi è stato attribuito un costante uso di GH per preservare nel tempo la mia forma fisica. A dire il vero le prime volte che venivo a conoscenza di certe illazioni mi irritavo non poco, ma col tempo ho imparato a capovolgere gli effetti di certe cattiverie sul mio conto, pensando che quelle brutte affermazioni erano dettate solo dall'invidia. Personalmente ho vinto 4 volte il titolo italiano natural, l'ultimo nel maggio 2001 (nella categoria over 40) mentre nel 1990 arrivai sesto al mondiale Natural che si svolse a Manhattan. Ho gareggiato anche in competizioni open, dove non è richiesto l'antidoping e, restando sempre coerente alla mia scelta natural, sono comunque riuscito ad arrivare tra i primi tre. Questo dimostra inequivocabilmente una cosa; che allenamento, dieta, integrazione e riposo, sono i quattro componenti fondamentali ed inscindibili per avere successo nello sport. La pratica del doping non potrà mai trasformare un asino in un purosangue. Certo è che se alla base di tutto c'è una genetica favorevole i risultati arriveranno più velocemente e saranno di gran lunga maggiori. Chi ritiene che usando il doping può trasformare il proprio fisico in maniera rivoluzionaria si accorgerà, spesso troppo tardi, che anche la propria salute potrà subire netti cambiamenti, tutt'altro che raccomandabili.