Valutazione dell'intensità dell'allenamento cardiovascolare

(articolo di Tommaso Donati)


Andamento della concentrazione del lattato nel sangue (in milliMoli/litro) in funzione dell'intensità dell'esercizio


Tabella 7. Tratto da Body Energy by James S. Skinner


Conclusioni


In definitiva abbiamo visto che vi sono numerosi metodi per valutare l'intensità del lavoro svolto dall'individuo, metodi che si differenziano tra loro per laboriosità di calcolo, precisione, semplicità di esecuzione, macchinari ed attrezzature necessarie, utenza a cui si rivolgono, dati rilevati, sicurezza e praticità.

Indipendentemente dal fatto che si programmi e rilevi l'intensità di lavoro attraverso i battiti cardiaci, il VO2max, la scala RPE, i METs od altro, è indispensabile che, chi lavora (ma sarebbe bene anche chi pratica) nell'ambito del fitness, conosca bene queste metodiche ed il loro giusto utilizzo ed abbia una certa cultura in materia.

Sono necessarie, infatti, una serie di conoscenze di base che permettano, di tener conto e valutare correttamente, i processi e gli adattamenti fisiologici che avvengono nell'organismo durante l'attività fisica, in modo da avere sempre ben chiaro quello che sta succedendo nell'individuo sotto sforzo e da trarre importanti indicazioni utili, tra l'altro, a comprendere se il soggetto risponde bene al programma di condizionamento ed a personalizzare al massimo il training.

Sta, infatti, all'istruttore o al personal trainer (in base alla sua esperienza, competenza ed al suo buon senso), dopo aver considerato le caratteristiche proprie del sistema di valutazione e lo specifico contesto, effettuare una scelta ponderata di un metodo o dell'altro.

Può anche essere valutata la possibilità di integrare più metodi tra loro, scelta questa a discapito della praticità e della rapidità di valutazione, ma che presenta l'indubbio vantaggio di garantire un maggior numero di informazioni a disposizione e di poter verificare la veridicità e l'affidabilità dei dati stessi.


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