OSTEOPOROSI: conoscerla e sconfiggerla in palestra

(articolo di Tommaso Donati)


Nella tabella seguente, sono indicati quell'insieme di elementi che favoriscono il riassorbimento di matrice ossea e, quindi, rappresentano fattori di rischio per l'osteoporosi.


FATTORI DI RISCHIO

  • ETA'
  • FUMO
  • ALCOOL
  • SOTTOPESO CORPOREO  (soggetti magri più a rischio)
  • RAZZA  (bianca più a rischio)
  • MENOPAUSA (chirurgica o naturale)
  • INSUFFICIENTE APPORTO ALIMENTARE DI CALCIO
  • SEDENTARIETA'

La forma più comune di osteoporosi è quella senile (legata all'invecchiamento).

L'osso rarefatto degli anziani è meno resistente agli stimoli meccanici e tende, più facilmente di quello giovanile, a cedere sotto carico.

All'inizio, in questa patologia, il dolore insorge solo sotto sforzo, ma poi, con l'evolversi della malattia, si instaura un forte senso di fastidio che persiste anche a riposo.

Le cause del dolore sono: la deformazione dei corpi vertebrali, la perdita dei rapporti articolari fisiologici (dolori osteoarticolari) e l'irritazione cronica delle radici nervose che ne consegue, che portano a loro volta a contratture articolari antalgiche.

Se il dolore improvvisamente peggiora, è probabile che sia intervenuta una frattura (spontanea o patologica).

L'osso osteoporosico è, infatti, più fragile di quello normale, per cui vi è una spiccata tendenza alle fratture: a 75 anni una donna su quattro va incontro a frattura patologica dei corpi vertebrali o del collo del femore!

Il sovraccarico della colonna toracica, già cifotica per l'assottigliamento dei dischi, provoca la formazione di vertebre a cuneo (più basse davanti) e nella colonna lombare, assialmente sovraccaricata, la formazione di vertebre biconcave (a pesce).

Come precedentemente evidenziato, l'osteoporosi colpisce le donne più degli uomini. Infatti, la cessazione dell'attività ovarica in menopausa ed in particolare la diminuita produzione di estrogeni accelera il processo fisiologico di riassorbimento dell'osso, che nella donna comincia dopo i 35-40 anni con una perdita media di matrice ossea di 0,2-0,3% all'anno. A 75 anni una donna ha perso il 25-50% di osso.

Che gli estrogeni abbiano un ruolo importante per la salute dell'osso è dimostrato nelle osteoporosi da ovarectomia, detta anche menopausa chirurgica (asportazione delle ovaie in età fertile): in questi casi la perdita ossea comincia già a due mesi dall‘intervento.

Ricorrendo precocemente ad una terapia sostitutiva con estrogeni si può evitare o, comunque, rallentare il processo di demineralizzazione dell'osso.

Ma non è solo colpa degli ormoni.

Il riassorbimento dell'osso è enormemente accelerato anche dalla sedentarietà e dall'inattività fisica.

Al contrario la sollecitazione meccanica dell'osso protegge dall'osteoporosi.

L'ipomobilità, infatti, privando gli osteoblasti di un'adeguata stimolazione, tende a limitare la loro attività ed a favorire l'azione degli osteoclasti, con un conseguente aumento della decalcificazione e della perdita di massa ossea.

Quanto sia importante l'attività fisica è dimostrato dal fatto che gli sportivi hanno un contenuto di calcio nell'osso a limiti alti o comunque maggiore della norma.

Gli astronauti, invece, per mancanza di gravità e peso non sottopongono le ossa a carichi e sollecitazioni, per cui l'osso si riassorbe.

L'osteoporosi degli astronauti sembra, al momento, uno dei fattori limitanti la lunga permanenza dell'uomo nello spazio.

Ma anche senza andare nello spazio, chiunque abbia dovuto portare un gesso per un certo periodo di tempo si ricorderà di aver sentito parlare di osteoporosi da inattività dell'arto fratturato, trattata poi con terapie riabilitanti intensive (ovvero tanto movimento), dopo la rimozione del gesso.

L'attività fisica, eseguita costantemente ed associata ad alimentazione ricca di calcio, è senza dubbio uno dei presidi terapeutici fondamentali nella prevenzione dell'osteoporosi ed è, comunque, di importanza fondamentale anche affiancata alla terapia farmacologica (calcitonina, ecc.), qualora questa si dimostri indispensabile.(4)

Vista l'importanza dell'attività fisica come mezzo preventivo contro l'osteoporosi, può essere importante fare alcune considerazioni utili per elaborare un efficace protocollo di lavoro.

Risulta essenziale programmare un allenamento indirizzato al miglioramento della BMD (Bone Mass Density o densità della massa ossea o densità della massa ossea), in particolare degli arti inferiori e del rachide, le zone percentualmente più colpite da quadri di osteoporosi (anche per le elevate sollecitazioni di taglio e flessione che in queste aree si vengono a generare, figura 5).


Fig. 5 – Schematizzazione dei piani di taglio e di torsione dell'anca


Se prendiamo ad esempio in considerazione la colonna vertebrale, possiamo considerarla come una struttura complessa composta da varie unità articolate tra loro.

Questa struttura ha due tipi di sostegno:

  • il sistema intrinseco, costituito dai dischi e dai legamenti vertebrali
  • il sistema estrinseco, un meccanismo di supporto rappresentato dalle strutture anatomicamente inserite nella colonna, cioè i muscoli.

La densità minerale ossea della colonna vertebrale diminuisce con l'età ed in modo più pronunciato rispetto alle ossa dello scheletro appendicolare.


E' stato dimostrato che questa perdita di massa ossea che si verifica con l'età, è intimamente connessa con la riduzione di forza dei muscoli che sostengono il rachide stesso.(5)


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