Energia

(Articolo della Società Italiana della Nutrizione Umana)


Definizione Considerazioni generali
Glossario Fisiologia e metabolismo
L'individuo di riferimento Il fabbisogno energetico dell'adulto
Il fabbisogno energetico dell'anziano Il fabbisogno energetico di bambini e adolescenti
Il fabbisogno energetico in gravidanza Il fabbisogno energetico della donna che allatta
Tabelle riassuntive  
 

IL FABBISOGNO ENERGETICO DELL'ADULTO

È difficile stimare con elevata precisione il fabbisogno energetico del singolo individuo senza ricorrere alla misura diretta del suo MB e del costo calorico delle varie attività fisiche, oltre che al suo uso del tempo. Esiste infatti una inevitabile variabilità inter-individuale. Per quel che riguarda il MB, tale variabilità è dell'ordine del 10-15%). Per ciò che riguarda il costo energetico delle singole attività, le differenze possono essere anche assai superiori, i relazione al diverso tono muscolare, l'efficacia ergonomica con cui viene effettuata l'attività, il suo ritmo, ecc. Ciò comporta che il fabbisogno individuale di soggetti omogenei per sesso, età, peso e attività occupazionale, può variare fino ad oltre il 30%. Questo approccio resta tuttavia il metodo di elezione, sia per le ragioni dette precedentemente, sia considerando che la varianza inter-individuale degli apporti energetici con la dieta è comunque assai superiore a quella del dispendio energetico. Questa variabilità è un fenomeno reale e fisiologico, di cui va tenuto debito conto quando si procede alla stima dei fabbisogni energetici di gruppi di soggetti.

Oltre alla misura diretta e meticolosa del dispendio energetico - raramente possibile al di fuori di un laboratorio di fisiologia - esistono altri approcci semplificati per la stima del fabbisogno energetico dell'adulto. Il più classico è il cosiddetto metodo "fattoriale" descritto di seguito:

    Il primo passo consiste nella stima del MB. Se non si può misurare direttamente, il MB può essere predetto sulla base del peso corporeo. Questo può essere predetto mediante equazioni specifiche per il sesso e per le diverse fasce di età (tab. 4 A e B, Commission of the European Communities, 1993). A livello di gruppo, l'errore standard della predizione è di circa il 2%. Queste equazioni sono state proposte nel rapporto WHO/FAO/UNU sul fabbisogno energetico (WHO, 1985) e da Schoffield et al. (1985); i dati sulla popolazione anziana sono stati integrati con dati raccolti su uomini e donne anziane in Italia (Ferro-Luzzi, 1987). Ovviamente, a secondo dell'approccio normativo o conservativo, Il peso corporeo utilizzato nel calcolo, sarà quello osservato o quello desiderabile. Per un IMC compreso tra 18,5 e 25 kg/m2, va utilizzato comunque il peso osservato. Se l'IMC è superiore a 25 kg/m2, e il calcolo viene eseguito per l'individuo, l'adozione di peso corrispondente ad un IMC di 25 kg/m2 comporterà la stima del fabbisogno quale sarebbe se il soggetto non fosse in sovrappeso, quindi con sottostima del suo reale fabbisogno. Il valore soglia dell'IMC va abbassato a 22 kg/m2 nel caso che si stimi il fabbisogno di gruppo. Questo valore rappresenta la media tra il limite inferiore accettabile di 18,5 kg/m2, ed il limite superiore di normalità, 25 kg/m2. Per il calcolo del peso normativo corrispondente a un dato IMC, per esempio 25 kg/m2, si moltiplica il quadrato della statura (espressa in metri) per 25. Bisogna ovviamente moltiplicare il quadrato della statura per 22 per ottenere il peso normativo corrispondente a un IMC di 22 kg/m2.

    Il secondo passo consiste nella definizione del profilo di attività fisica. Il profilo di attività può essere ottenuto per osservazione diretta sull'uso del tempo mediante i diari di attività, o - con una maggiore approssimazione - sulla base di profili "tipo".

    Il terzo ed ultimo passo consiste nell'attribuire il costo energetico, espresso come LAF, alle diverse attività. Ciò è possibile se si ha una sufficientemente dettagliata descrizione su come il/i soggetti impiegano il loro tempo. La migliore approssimazione della stima del LAF si ottiene quando il costo energetico delle diverse attività viene effettivamente misurato sul soggetto stesso, e se ne conosce la durata sulla base appunto di un accurato diario di attività per un numero rappresentativo di giorni. Conoscendo il costo energetico di ciascuna o delle maggiori attività svolte, espresso come Fattore MB ( o FMB ) o come Tasso di Attività Fisica (TAF), il LAF viene calcolato ponderando i rispettivi FMB e/o TAF per i tempi dedicati a ogni singola attività nell'arco della giornata ([FMB1 x tempo1 + FMB2 x tempo2 + ....+ FMBn x tempon ] / [tempo1 + tempo2 +.....+ tempon]). Si otterrà il LAF giornaliero o il LAF medio sull'arco di tempo designato. Per trasformare il LAF in calorie (kcal/die), è sufficiente moltiplicarlo per il valore del MB (kcal/24 hr).

Quando non si dispone di dati sull'uso del tempo e/o sui costi energetici individuali, si può ricorrere a metodi semplificati. Il risultato avrà ovviamene una minore precisione. Un primo livello di semplificazione può essere applicato stimando invece che misurando la durata delle diverse occupazioni e utilizzando gli Indici Energetici Integrati (IEI) delle rispettive occupazioni dedotti dalla letteratura (Commission of the European Communities, 1993; Schofield et al., 1985) alcuni dei quali sono riportati nelle tabelle 5A e 5B. La tabella 6 offre un esempio di come viene stimato il fabbisogno energetico con questo approccio. Descrive una donna ipotetica di 25 anni di età, con un peso di 60 kg impiegata come commessa. La tabella 4A ci dà un MB di 1378 kcal/giorno. Per illustrare l'esigenza di integrare le sue varie attività, si ipotizza che il soggetto per cinque giorni su sette e per 11 mesi su dodici lavori come impiegata; essa ovviamente assolverà anche alle sue funzioni di donna di casa, come è ancora regola che avvenga, per cui una ora al giorno verrà dedicata - durante la settimana - ai lavori di conduzione domestica obbligatoria, mentre durante il fine settimana essa dedicherà due ore al giorno per queste attività obbligatorie ed altre due ore per attività sempre casalinghe ma più facoltative, come per esempio ricamare le tende o fare a maglia il corredo per il nuovo nato. Si otterranno quindi due valori di LAF giornaliero. Integrando tali valori per la settimana, o per il mese o anche per l'intero anno (nel qual caso sarà necessario anche introdurre i valori del LAF per il periodo di vacanza estiva), e moltiplicando per il MB, si otterrà il fabbisogno energetico medio giornaliero. Nel caso descritto, il fabbisogno è di 2108 kcal/giorno.

Un secondo approccio ulteriormente semplificato (quindi con grado di precisione ancora minore) può essere adottato quando non risulta possibile avere indicazioni personalizzate sull'uso del tempo dei singoli individui. In tal caso il calcolo si esegue utilizzando i costi energetici riportati nelle tabelle 5A e 5B. Per la durata delle attività, si può ricorrere alle stime medie dell'uso del tempo della popolazione italiana per la giornata "tipo" come descritta dall'indagine Multiscopo ISTAT (ISTAT, 1993) e riportata in tabella 7. Per il calcolo si procede come descritto nell'esempio riportato in tabella 6, ovviamente aggregando le attività e le occupazioni.

Un terzo ed ultimo livello di semplificazione può essere adottato utilizzando valori medi di LAF attribuiti per stili di vita con attività "leggera", "moderata" o "pesante" (tab. 8). Come per la tabella 7, i LAF proposti derivano da valori medi dell'uso del tempo della popolazione italiana combinati con adattamento alla situazione italiana dei valori dei costi energetici desunti dalla letteratura (Commission of the European Communities, 1993; Schofield et al., 1985).



IL FABBISOGNO ENERGETICO DELL'ANZIANO

Il dispendio energetico si riduce con l'età, a partire dai 50-60 anni. Il MB è uno dei componenti coinvolti, come conseguenza della perdita di massa metabolicamente attiva (Ferro-Luzzi, 1987; Poehleman, 1992). Per quanto riguarda la popolazione italiana, è stata osservata una diminuzione del MB dell'8% per decade tra i 60 ed i 90 anni (Ferro-Luzzi, 1987).

Un'altra componente del dispendio energetico che gioca un ruolo predominante nella formulazione dei fabbisogni nell'anziano è l'attività fisica. Sebbene con grande variabilità inter-individuale, l'attività fisica si riduce con l'età (Patrick et al., 1986). Uno studio condotto in Italia rivela negli anziani un aumento del tempo trascorso a letto, da 38% delle 24 ore dell'intera giornata all'età di 60 anni al 47% all'età di 90 anni. Il LAF, dai 60 ai 90 anni, diminuisce da 1,40 a 1,33 negli uomini e da 1,44 a 1,37 nelle donne, cioè di circa il 4% per decade (Ferro-Luzzi, 1987).

Le variazioni, sia nel MB che nei livelli di attività fisica, non avvengono gradualmente, ma presentano spesso una significativa accelerazione, mediamente intorno all'età di 75 anni. Sulla base di tali considerazioni, e in accordo con la classificazione della Commissione Europea (Commission of the European Communities, 1993), i fabbisogni della popolazione anziana vengono riportati per due classi di età: 60-74 anni e ³ 75 anni. I fabbisogni energetici dell'anziano vengono calcolati in maniera simile a quelli degli adulti, utilizzando appropriate equazioni di predizione del metabolismo di base (tabella 4 A e 4B) e specifici livelli di attività fisica (tabella 8).


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