La manipolazione glucidica: uno strumento per la costruzione muscolare

(del Dott. Musumeci)


La scienza della nutrizione è un campo molto vasto nel quale ultimamente si stanno facendo notevoli passi avanti, soprattutto per quanto riguarda l'alimentazione dell'atleta. Gli studiosi sono alla ricerca di tecniche innovative che consentano di aprire nuove porte agli aumenti muscolari e all'aumento delle performances nel bodybuilding, che pare abbia sempre nuovi motivi per stupirci. Fino ad ora ci si è per lo più occupati di come migliorare l'assunzione proteica, di quante e quali proteine assumere, degli aminoacidi, dell'azoto, ecc. Tutte queste sono cose estremamente importanti per il culturista, ma non dobbiamo dimenticare un altro aspetto, che sta acquistando ogni giorno maggiore importanza nella scienza della alimentazione. Stiamo parlando di assetto glucidico !

Il metabolismo dei carboidrati fornisce notevoli motivi di interesse per il nostro sport, in quanto coinvolge numerosi parametri fisiologici ed ormonali, la cui regolazione può quindi consentirci di ottenere notevoli vantaggi. L'ormone che più ci interessa in questo frangente è l'insulina.

L'insulina endogena è normalmente secreta dalle cellule beta del pancreas endocrino umano. La funzione più nota di questo ormone è quella di regolare il tasso ematico di glucosio in senso ipoglicemico. Questo effetto è una conseguenza dell'aumentata captazione di glucosio da parte dei tessuti e da una diminuita liberazione di zuccheri da parte dei depositi epatici e muscolari (neoglucogenesi). Già da queste prime informazioni comprendiamo che l'azione di risparmio dovuta all'aumento di glucosio a disposizione delle cellule influenza l'anabolismo proteico, diminuendo la scomposizione delle proteine muscolari. L'abbondanza di glucosio che provoca un innalzamento insulinico (nel soggetto normale) conduce cioè ad un importante stato di anti-catabolismo. Queste cose ci fanno capire che l'integrazione, mediante miscele glucidiche durante e dopo l'allenamento, aiuta sia a limitare il catabolismo durante l'allenamento stesso, sia a favorire il recupero nel tempo ad esso seguente. Quest'ultimo effetto è sostanzialmente dovuto all'azione di incremento della deposizione di glicogeno muscolare dell'insulina.

L'insulina ha anche notevoli effetti diretti sul metabolismo proteico : essa infatti favorisce l'ingresso degli aminoacidi all'interno della cellula sia epatica che muscolare. Questo aumento della captazione cellulare di aminoacidi, comporta un effetto nettamente protido-anabolico. Pertanto la stimolazione dell'insulina, che avviene nell'atleta utilizzando miscele di carboidrati ad azione breve/media/lunga (ad es. glucosio 20%, maltodestrine 30%, fruttosio 50%), produce un incremento delle fasi anticataboliche(durante l'allenamento) e anaboliche (dopo l'allenamento). Queste ultime sono favorite da un apporto esogeno elevato di aminoacidi in forma libera, che vengono prontamente convogliati dall'incremento della secrezione insulinica, in un pattern di cattura aminoacidica e proteo-sintesi.

Il diminuire delle scorte di glicogeno durante il pesante allenamento del bodybuilder, causa, già esso, un aumento dello stimolo endogeno alla produzione di insulina ; questo viene poi favorito dall'ingresso nel torrente ematico di alti valori di glucosio e di aminoacidi liberi su ampio spettro.

Abbiamo quindi compreso il legame tra incremento degli zuccheri, insulina e aumento dell'anabolismo e del recupero. Non dobbiamo però trascurare né sottovalutare il fatto che l'incremento di insulina ha, per contro, un effetto anche sul metabolismo lipidico. Infatti l'insulina inibisce la liberazione degli acidi grassi liberi e del glicerolo dai depositi lipidici, mettendoci in uno stato di inibizione della lipolisi. Inoltre essa favorisce la sintesi, nel fegato, degli FFA e dell'acetilCoA, ostacolando la produzione di corpi chetonici. Ci chiediamo allora : l'insulina ha effetti anabolici ma sfavorevoli effetti sulla liposintesi ? La risposta è affermativa solo nel caso che le riserve di glicogeno nei muscoli e nel fegato siano state già pienamente ricostruite. In questo caso l'ulteriore aumento di glucosio poterà inevitabilmente alla formazione di nuovo tessuto adiposo. Ma è ora che interviene il delicato studio dei tempi. Infatti, se la stimolazione insulinica tramite elevato apporto glucidico esogeno interviene nei momenti immediatamente successivi all'allenamento (e anche durante), esso non provocherà i suddetti effetti negativi sul grasso a causa del fatto che in quel momento si ha un impoverimento delle scorte di glicogeno causate dal serio impegno muscolare anareobico di potenza.

Un altro aspetto da tenere in considerazione è il fatto che l'insulina rafforza l'effetto anabolizzante che certi aminoacidi possiedono, tra i quali possiamo ricordare la glutammina, la cui abbondanza nel tessuto muscolare determina riduzione del catabolismo e aumento della sintesi proteica. L'aumento dell'insulina, indotto da un carico glucidico a ridosso dell'allenamento, produce una aumentata azione anabolica dell'appena citato aminoacido. Pertanto la somministrazione, contemporanea alla fine dell'allenamento ai pesi, della miscela glucidica insieme ad una integrazione di glutammina, aiuterà ancora di più l'atleta nel recupero e nell'aumento della cattura aminoacidica che si verifica in questo stato. Ciò che si è introdotto è pertanto un potente mezzo scientifico, secondo il quale diversi principi alimentari intervengono per agire simultaneamente e singergicamente per gli scopi che interessano il culturista avanzato.

Quindi la stimolazione suggerita all'inizio dell'articolo si potrà efficacemente attuare come metodo per l'incremento del recupero e dell'anabolismo secondo una attuazione totalmente naturale e in pieno rispetto dei meccanismi fisiologici sia endocrini che metabolici.