Dieta Atkins

Introduzione

La dieta Atkins nasce sulla Upper East Side di New York City nei primi anni 60 dall'idea del Dr.Robert Atkins, medico cardiologo alle prese tra l'altro con i suoi problemi di sovrappeso ed obesità.
Raggiunto il peso di 100 kg infatti il Dr.Atkins, rileggendo vari articoli pubblicati nell'allora letteratura scientifica, si imbatté in uno studio “un nuovo concetto nel trattamento dell'obesità” che rivalutava il ruolo degli amidi nella genesi dell'obesità.
Spinto dai suoi problemi di salute, e da una spiccata preparazione in ambito internistico, il Dr.Atkins sperimentò la dieta su di sé e su alcuni pazienti, riscuotendo enormi successi anche nel controllo e nella gestione della patologia diabetica.
Così, grazie anche ad una studiata campagna commerciale, la Dieta Atkins arrivò al grande pubblico, raggiungendo anni dopo anche il vecchio continente, tanto da far rientrare il Dr.Atkins tra gli uomini più influenti del mondo in ambito di salute nel 2002.
Il suo libro Dr.Atkins Diet Revolution, pubblicato nel 1972, divenne un best seller in tutto il mondo, ed il marchio Atkins si guadagnò un posto rilevante nel mercato mondiale, con la nascita della Atkins Nutritionals.

Dieta atkins

Le basi di partenza

Nonostante agli occhi degli esperti, il concetto alla base della dieta Atkins oggi possa sembrare banale, nei primi anni 60 l'intuizione del medico americano rivoluzionò il panorama dietologico del momento.
Più precisamente secondo il medico statunitense la restrizione dei carboidrati risulterebbe in grado di modulare la secrezione insulinica, avendo così anche effetti sul controllo della patologia diabetica, ottimizzando pertanto l'utilizzo di lipidi a fini energetici.
Questo adattamento metabolico risulterebbe efficace anche nel controllare la sensazione di appetito, inducendo il processo di chetogenesi, risparmiano il declino della massa muscolare ed il conseguente deperimento.

Le fasi

L'enorme vantaggio ed il grande successo della dieta Atkins è sicuramente riconducibile alla semplicità di organizzazione ed alla presenza di tappe chiare e definite.

Fase 1: induzione – Kick Start

La prima fase costituisce sicuramente la più dura dal punto di vista dietetico e quella che biologicamente da inizio al processo di dimagrimento.
Il più importante limite è rappresentato dal consumo di carboidrati, che non deve assolutamente superare i 20 grammi giornalieri per un periodo di almeno 2 settimane, di cui 12-15 gr provenienti da verdure.
Gli alimenti off-limits sono chiaramente rappresentati da tutti gli alimenti contenenti carboidrati, come pasta, cereali, pane, patate, biscotti, frutta etc etc, mentre nessuna restrizione vi sarà sul consumo di proteine.
Evidentemente non sarà libero neppure il consumo di verdura, dovendo rientrare nei 12-15 grammi giornalieri.
Si raccomanda contestualmente di consumare quantità abbondanti di acqua ( 8 bicchieri di acqua/die)
L'obiettivo della fase 1 è l'induzione del processo chetogenico, che aprirà il dimagrimento.

Fase 2: dimagrimento – balancing

Tralasciando eventuali variazioni come il fast track, costituito da un prolungamento modificato della fase 1 orientato ad una perdita di peso particolarmente rapida ma “invasiva, nella fase 2 si inizia ad aumentare il contenuto di carboidrati, fino all'identificazione di un equilibrio adatto alle necessità dell'utente.
Si parte dai 25 grammi di carboidrati giornalieri, salendo di 5 grammi al giorno per settimana, fino ad identificare un tasso di dimagrimento ideale.
Questa fase dovrebbe proseguire fino 4-5 kg dal traguardo impostato.
I cibi off-limits sono ancora rappresentati da tutti gli alimenti ad alto contenuto di carboidrati come pasta, riso, biscotti e vari prodotti da forno, mentre gradualmente sarà possibile introdurre, frutta secca, semi, bacche, latticini e frutta.
La definizione del contenuto adeguato di carboidrati nella fase di regime potrebbe variare da individuo ad individuo.

Fase 3: pre-mantenimento – fine tuning

La fase di pre-mantenimento costituisce il graduale ritorno ad una dieta equilibrata, ripristinando l'adeguata tolleranza ai glucidi, e dovrebbe accompagnare l'utente fino al raggiungimento dell'obiettivo.
In questa fase il suggerimento è l'incremento graduale settimanale dei carboidrati di 10 grammi giornalieri, iniziando e reintrodurre frutta più zuccherina, patate, tuberi in genere, legumi e le farine, preferendo chiaramente quelle integrali e poco raffinate.

Fase 4: Mantenimento - Lifetime Maintenance

Il passaggio alla fase 4 costituisce l'arresto della perdita di peso e l'inizio del mantenimento a lungo termine.
Il peso dovrebbe aver raggiunto l'obiettivo finale e le graduali fasi avrebbero dovuto ripristinare un adeguata tolleranza ai carboidrati.
L'obiettivo principale è il mantenimento del proprio peso corporeo ed il miglioramento dello stile di vita.
Anche in questa fase tuttavia sarebbe opportuno preservare le indicazioni qualitative, osservate per le fasi precedenti.

Razionale e letteratura

Nonostante la suddivisione in fasi, la relativa facilità di pianificazione dietetica, la possibilità di consumare alcuni alimenti in quantità illimitate risultino particolarmente accattivanti, la letteratura scientifica è particolarmente scettica sui benefici della dieta Atkins, soprattutto se protratta a lungo nel tempo.
Le principali perplessità riguardano:

  • L'impatto della dieta, ed in particolare della possibilità illimitata di consumo di cibi proteici sulla salute cardiovascolare;
  • L'impatto della dieta, ed in particolare della possibilità illimitata di consumo di cibi proteici sulla funzionalità renale;
  • L'impatto della dieta, ed in particolare dello scarso contenuto di fibre, sulla salute intestinale;
  • L'impatto della dieta ed in particolare dell'elevata presenza di residui acidi sull'equilibrio acido-base;
  • L'impatto della dieta sullo sviluppo di patologie croniche come l'osteoporosi;
  • I reali vantaggi sul dimagrimento derivanti dall'utilizzo di protocolli così restrittivi rispetto invece un percorso dietetico bilanciato.

Diverse invece sono le evidenze relative all'efficacia di protocolli dietetici low-carb, come l'Atkins nel trattamento di alcuni disturbi metabolici o nei risultati a breve termine, sensibilmente migliori.
Ciò che più viene criticato è l'approccio rigido e standardizzato previsto dall'Atkins, e la necessità, in molti casi di un mantenimento sempre poco bilanciato, soprattutto per l'elevata quantità proteica.

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