Disfunzione Erettile: Cosa Significa?

Cos'è la disfunzione erettile?

La disfunzione erettile è un complesso evento patogenico, classificato tra i disturbi della sfera sessuale maschile e più precisamente dell'erezione, contraddistinto dalla incapacità di mantenere un adeguata erezione necessaria a sostenere un rapporto sessuale soddisfacente.
In altre parole la disfunzione erettile potrebbe rappresentare la significativa o ricorrente inabilità dell'uomo nell'ottenere e/o mantenere l'erezione fino al termine del rapporto sessuale.
Al di là del disturbo anatomico-organico, comunque di particolare rilievo, questa patologia assume un peso clinico importante per le complicate ripercussioni sulla sfera psicologica e socio-relazionale.
Queste ultime, in un loop, alimenterebbero il disturbo, gravando sensibilmente sulla qualità di vita del paziente affetto.
La gravità di questa condizione, spesso sottovalutata sia dal paziente che dal personale sanitario, è ulteriormente sottolineata dai dati epidemiologici, che secondo recentissimi studi, vedrebbero il 52% della popolazione maschile con età compresa tra i 40 ed i 70 anni interessata da sintomi riconducibili alla disfunzione erettile.
Dallo stesso studio (Massacchusetts Male Aging Study), il 25% di questi pazienti risulterebbe colpito da una disfunzione erettile di grado moderato, tale da compromettere completamente la performance sessuale.
Fortunatamente in Italia la situazione risulterebbe, secondo i dati ISTAT e pubblicazioni scientifiche Eur Urol2000; 37:43-49, sensibilmente migliore.
Più precisamente circa il 13% della popolazione italiana maschile, circa 3 milioni di uomini, soffrirebbe di disfunzione erettile, con una distribuzione età specifica.
Infatti:

  • Nelle fasce di età- 20 – 39 e 40-49 anni risulterebbe interessato solo il 6% della popolazione;
  • Nella fascia di età 50 – 59 il 18%;
  • Nella fascia di età 60 – 69 il 26%;
  • Negli over 70 ben il 44%.

Di tutti questi solo una minima parte tratterebbe adeguatamente la patologia, sottolineando ancora l'enorme superficialità esistente.

Classificazione della disfunzione erettile

Negli ultimi anni molti urologi e specialisti del settore hanno cercato di individuare dei criteri utili alla classificazione della disfunzione erettile.
Il tentativo di individuare dei meccanismi patogenici piuttosto che delle caratteristiche cliniche ricorrenti nascerebbe proprio dalla necessità di standardizzare i metodi di diagnosi e cura, al fine di ottenere un maggior riscontro terapeutico.
In quest'ottica quindi la disfunzione erettile può essere classificata in:

  • Disfunzione erettile organica, associata pertanto a fattori fisici e organici come diabete, vasculopatie, neuropatie e disturbi endocrinologici;
  • Disfunzione erettile psicogena, legata allo stretto coinvolgimento di fattori psicologici o disturbi psichiatrici come depressione e stati d'ansia;
  • Disfunzione erettile mista, caratterizzata quindi sia da una componente organica e psicogena.

Quest'ultima rappresenterebbe sicuramente la più frequente, proprio per la stretta interazione tra disturbi della sfera sessuale e disturbi neuro-psichiatrici.

Fattori di rischio

Alla luce dei complessi eventi biologici che regolano il processo di erezione e detumescenza è possibile riconoscere alcuni fattori di rischio in grado di incidere sensibilmente sull'insorgenza della disfunzione erettile.
A tal proposito si ricorda come l'erezione sia mediata dalla contestuale partecipazione del sistema nervoso, neuroendocrino, ormonale e vascolare, e come ciascuno costituisca un potenziale target per il disturbo.
Di conseguenza tutti fattori in grado di ledere il normale funzionamento dei suddetti sistemi, costituirebbero anche fattori di rischio appropriati per la disfunzione erettile.
Sinteticamente, tra i principali fattori di rischio, si potrebbero individuare:

  • Diabete e sue complicanze (neuropatie e vasculopatie);
  • Aging;
  • Disturbi cardiovascolari (ipertensione e aterosclerosi);
  • Neuropatie e patologie neurodegenerative;
  • Disturbi endocrini;
  • Fumo, Alcool e droghe;
  • Terapie farmacologiche;
  • Obesità e sindrome metabolica.

Controllare i fattori di rischio costituirebbe quindi il passo necessario prima di intraprendere qualsiasi percorso terapeutico.


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