Body building, passione o malattia?

(introduzione di Alessandro Locati)


Questo articolo è stato scritto da un fedele frequentatore del nostro sito. Leggendo le parole e i pensieri che hanno condotto Riccardo a scrivermi si può capire come a volte la passione per uno sport possa trasformarsi in una maniacale e frenetica ricerca di se stessi e di come, per fortuna, la capacità di auto-critica possa a volte essere l'unica difesa per evitare la malattia e per ricercare se stessi in un modo più sano e maturo. 

Ovviamente la "malattia" di cui spesso il bodybuilder o comunque lo sportivo in generale, si preoccupa è il "Sovrallenamento", ma in questo caso mi piace sottolineare che la vera malattia, verso cui si corre il rischio di giungere, è quella ben più grave dell'isolamento, della asocialità e della inevitabile frustrazione affettiva che ne deriva.

Qualche anno fa scrissi un articolo dal titolo "In difesa del Bodybuilding" nel quale esponevo l'idea che il bodybuilding offrisse una possibilità in più a coloro che per natura faticano a credere in se stessi, ma.....
Un corpo costruito con anni di palestra e attenzioni alimentari non è "utile" al benessere psico-fisico se resta chiuso in una camera da letto. Divenire bodybuilders non significa divenire dei narcisi nel cui corpo c'è una mente che contiene un passato di un ragazzino magrissimo, o di un adolescente balbettante.
Ricordiamoci anche le parole che Karl Marx scriveva più di un secolo fa:
"Una locomotiva, indipendentemente da quanto è potente, non è una locomotiva finché non viene usata e non svolge il compito per cui è stata progettata"

Non fermarti mai di pensare a ciò che fai!


(articolo di Riccardo)


Ho iniziato a fare sport dai primi anni di età e ho spaziato un po' ovunque ma alla fine il mio cuore si fermò sul Body Building. Mi limiterò a raccontare solo il periodo maledetto senza dilungarmi con il resto.

La palestra ed i pesi erano divenuti per me la prima cosa, a tal punto da mettere amici, ragazza e famiglia al secondo posto. La mia dieta era basata su pochi carboidrati, quasi zero grassi ma molte proteine, cosa errata ma l'idea di vedermi definito era l'obiettivo principale visto che non usando sostanza anabolizzanti più di tanta massa non avrei potuto mettere, anche perché ormai ero arrivato al 7°, 8° anno di allenamento.

Rinunciavo a cene e pranzi, preparavo con perfezione estrema i miei pasti e portavo con me panini o barrette se mai capitava di stare fuori tutto il giorno. Ad un certo punto iniziai a sentirmi stanco a fine allenamento e dopo aver cenato non riuscivo più a fare nulla e uscire diventava per me impossibile. Il mio umore dopo ogni sessione di allenamento era pessimo ed il nervosismo alle stelle, stato d'animo che mi portava spesso a discutere con i miei genitori ed i miei amici. Ma tutto questo non mi importava perché il fine era cercare di aumentare di peso e restare "tiratissimo".

Ad un certo punto iniziai a sentire strani sintomi quando tra un pasto ed un altro passavano più di 3 ore. La mia mente si annebbiava io divenivo intrattabile ed aggressivo, fino a che non mettevo sotto i denti qualcosa da mangiare. Gli allenamenti iniziavano a diventare sempre più pesanti e faticosi e le sedute pesanti comprese nei periodi di massa iniziarono a diventare dei veri e propri incubi, ma io lottavo e stringevo i denti, continuando ad allenarmi pesantemente, pensate che per circa 3, 4 anni ho eseguito solo allenamenti all' 80, 85 % del massimale!!! Quando non si dovrebbero prolungare oltre qualche settimana…

In estate non mi riposavo perché anche se andavo in vacanza mi cercavo una palestra, ma spesso la paura di non potermi allenare mi faceva restare in città. Ormai ero consapevole di avere delle vere e proprie fobie legate al fisico ed alla alimentazione, tanto che persino i pranzi di Natale e Capodanno e delle altre feste erano a base di mais e tonno.

Ad un tratto iniziò il periodo infernale. A questo punto non sono riuscito più a controllare la situazione perché dopo ogni allenamento iniziavo ad ammalarmi, il giorno dopo ero sempre raffreddato o mi prendevo un mal di gola, non potevo più espormi a correnti d'aria che mi raffreddavo. Le mie difese immunitarie erano arrivate sotto zero….

Il desiderio sessuale era calato nettamente e preferivo andare in palestra a massacrarmi invece di uscire con una ragazza.

Tutto questo è durato per circa 2 anni finché un giorno non sono riuscito ad avere un attimo di lucidità, mi sono guardato, come se fossi uscito dal mio corpo per vedere cosa facevo, come passavo la giornata e come mangiavo. Non so cosa sia stato ma forse devo ringraziare solo me stesso per aver realizzato a cosa stavo andando in contro.

Devo solo ringraziare il mio amore e la mia stima per me stesso che anche se in ritardo mi hanno fermato e hanno iniziato a sgridarmi, denigrandomi ogni giorno che passava. Iniziai ad andare in palestra sempre meno ed a mangiare come tutte le persone normali, sempre restando entro certi limiti. Smisi di spendere inutili soldi in proteine, ramificati, glutamina, ecc. regalando qualcosa alle persone care, con quei soldi.

Iniziai ad uscire ed andare a cena fuori, a pranzare con i colleghi e fregandomene se i mie addominali erano "appannati"….e pensare che una volta prima di andare con una ragazza mi preparavo ad una scarica di carboidrati….per apparire tirato.

Ora sono guarito finalmente, la palestra esiste ma in maniera razionale e non maniacale, non è più al primo posto e non è più un luogo dove massacrarsi per divenire più grosso, forse per urlare all' essere umano….Sono qui, non mi vedete?

Spero che chiunque legga questo articolo scopra un particolare in lui che ancora è vivo in modo da riflettere e fermarsi in tempo prima di cadere in sovrallenamento come è successo a me.

La vita è fuori, le amicizie, la famiglia, la ragazza possono darci tutto quello di cui abbiamo bisogno, l'affetto che ci regalano non deve essere snobbato a causa di alcune paure ed insicurezze che vivono in noi. Impariamo a conoscerci, scopriamo il perché facciamo una certa cosa e perché ci comportiamo in una determinata maniera.

Spero che riuscirete anche voi a fare questo perché lo sport è una cosa da amare non da odiare e si odia solo dopo essere stai feriti, ma tante volte siamo noi stessi che ci feriamo da soli.

Buona fortuna.

Riccardo.