"Cortometraggi: figli di un cinema minore?"

(di Gino Barzacchi)


Un film può essere un capolavoro, o un vero mattone (come vengono definiti i pessimi film), indipendentemente dalla loro durata, infatti la qualità non è affatto influenzata dalla quantità, anzi! La pubblicità insegna che riuscire a raccontare qualcosa e trasmettere emozioni che arrivino nel modo più diretto ed efficace possibile allo spettatore nei pochi secondi di uno spot televisivo è tutt'altro che facile; su questo non ci sono dubbi!

La differenza tra lungometraggio, mediometraggio e cortometraggio è data appunto dalla lunghezza del film e, anche se chiamiamo film il lungometraggio, non è detto che il mediometraggio ed il cortometraggio siano, (parafrasando il titolo di un celebre film) "figli di un cinema minore"!

Alcuni corti sono dei veri e propri gioielli cinematografici che, attraverso numerosi cineclub, vengono valorizzati partecipando ai vari concorsi che in Italia sono coordinati dalla Fedic (Federazione Italiana Dei Cineclub) - Esistono ormai in Italia numerosi Festival dove molti corti che riescono ad entrare in finale sono dei "piccoli capolavori" … "piccoli" solo nella loro durata!

Anche Hollywood, da sempre mecca del cinema mondiale, sta dando attualmente molto spazio ai corti che in molti cinema statunitensi vengono proiettati prima del film (Speriamo presto questo accada anche da noi)

Lo sport, con le sue competizioni, mi ha insegnato ad apprezzare le sfide… così ho provato a girare un corto scritto ed interpretato da me. Una volta buttato giù il soggetto, intitolato: "Un tuffo nel passato", ho scritto la sceneggiatura e a questo punto non mi restava altro che lasciarlo nelle mani di una produzione nella speranza accettasse di girarlo. La mia scelta è caduta sulla "Rotten Video Productions", un gruppo di cineamatori della mia città che, pur facendo solitamente genere Horror, hanno apprezzato ugualmente il mio soggetto (che di horror non ha assolutamente niente). Sono stato fortunato. Il cortometraggio è stato girato e montato come io lo desideravo. Così ho deciso di proporlo al concorso nazionale "Ardenza in corto"; eravamo già contenti quando ci hanno comunicato che il ns. corto era entrato in finale, figuratevi poi, quando l'assessore alla cultura di Livorno ha chiamato il regista Leonard Evilhost e me sul palco per ricevere il premio come miglior filmaker!

Confesso che questo riconoscimento, ottenuto al primo tentativo, ci ha davvero entusiasmato.

Le mie esperienze sono state sempre legate alla mia attività di attore… stavolta ero autore ed interprete di un corto tutto mio. Per me è stato come scoccare una freccia tendendo un arco mai provato prima, mirando un bersaglio impossibile e fare centro al primo colpo!

La realizzazione di cortometraggi permette a moltissimi giovani sceneggiatori, registi ed attori, di farsi le ossa con le loro creazioni, il più delle volte auto-prodotte… a meno che non intervengano sponsor, parola questa avvolta da un alone magico, dato che in pratica è assai difficile trovare sponsor che investano su cortometraggi realizzati da appassionati di cinema che, anche se di evidente talento, al momento sono solo illustri sconosciuti.

Le cose possono cambiare quando dietro la macchina da presa si trova un regista già affermato come Simone Orlandini che, a fine estate ha girato a Piombino un lungometraggio dal titolo "Fabbrica", interpretato da Pino Bertelli che ha impersonato Duccio Galimberti, (con me in foto), operaio in una grande fabbrica, e "Fabbrica" è appunto il titolo di questo film, che uscirà nelle sale cinematografiche all'inizio del 2006.

La sceneggiatura è di Sabrina Gioda, soggetto e regia Simone Orlandini per la D.N.A. Cinematografica. Nel cast troviamo anche la bravissima Lina Sastri nel ruolo della moglie di Galinberti. La trama del film ha tinte drammatiche che fanno riflettere sulla precarietà del posto di lavoro di alcuni operai che lavorano in una fabbrica. Ma non mancano anche scene d'azione. In una sequenza del film il proprietario della fabbrica viene aggredito da tre persone col volto coperto e, per cercare di non essere rapito, l'uomo deve affrontarli tutti e tre insieme. Per questa scena occorreva un attore che fosse anche atleticamente preparato e mi ha fatto piacere essere stato scelto per questo ruolo d'azione (dopo aver superato un provino nel quale ho recitato un monologo).

Durante una pausa delle riprese ho avuto anche modo di conoscere meglio l'attore protagonista Pino Bertelli, scoprendo che prima ancora di essere attore è un eccellente fotografo (molte sono le sue mostre fotografiche) e critico cinematografico. Tra l'altro Pino è autore del libro "Il cinema delle donne, interpretato dalle donne".

Giunto il momento di salutare lo staff, ho lasciato con orgoglio nelle mani del regista una copia del mio cortometraggio "Un tuffo nel passato" che Orlandini ha apprezzato molto. Questo mio corto è caratterizzato dall'intreccio di due sequenze che sembrano girate in tempi diversi. Da una parte il ricordo di un tuffo "ad angelo" fatto tanti anni fa da un trampolino che allora riuniva gli amici di un tempo. Dall'altra lo stesso "tuffo ad angelo" provato oggi da una scogliera, per tentare di rivivere i momenti di quella passata gioventù. Ovviamente le riprese dei due diversi tuffi sono avvenute tutte nel giro di pochi giorni, ma per farle sembrare tra loro lontane nel tempo, occorreva che il montaggio delle scene s'intersecasse, proprio come avevo scritto nella sceneggiatura, (che in certi casi non è semplice seguire alla lettera). Alla fine il minuzioso lavoro di montaggio ha creato l'efficace effetto flash back che avevo pensato sin dall'inizio. Il corto dura poco più di cinque minuti, ed il momento di maggiore azione è dato appunto dalla fusione di questi due diversi attimi. Due tuffi distanti quasi trent'anni tra loro, rivissuti in un battito di ciglia… ma che sembra durare molto, molto di più. Pensate che per realizzare solo l'intera sequenza dei tuffi ho dovuto effettuarne più di venti, ciascuno ripreso da varie angolazioni, per permettere poi la scelta migliore al montaggio finale. E così, solo per questa scena, Leo (Leonard Evilhost) ha gridato: "azione" più di venti volte!

Ditemi voi se questa è o no una sequenza di pura azione!