Il Principio della Concentrazione del Carico

articolo di Francesco Currò


La teoria dell'allenamento (e la logica....) mostra che lo sviluppo del carico di lavoro può essenzialmente avvenire in due modi:

1) con allenamenti piuttosto rarefatti e si parla di Carico diluito
2) con allenamenti piuttosto frequenti e si parla di Carico Concentrato


Il Carico diluito, che rappresenta uno dei cardini delle teorie Mentzeriane, si ottiene con dei programmi di allenamento a frequenza (e volume) piuttosto bassa. Non necessita di periodizzazione sistematica, ma di opportuni periodi di rigenerazione che di tanto in tanto vengono suggeriti da uno stallo dei risultati.
Aumentando, via via, la frequenza (e il volume) di allenamento si giunge ai programmi di allenamento con Carico concentrato. Soprattutto se si è "natural", a tali programmi di allenamento è necessario associare dei regolari e sistematici periodi di rigenerazione.

Il carico diluito, teoricamente non fa una grinza e ad una prima analisi si presenta come nettamente più produttivo di quello concentrato: secondo voi Mentzer lo difenderebbe con tanto vigore se non fosse costruito su solide basi teoriche? Prima ho scritto "teoricamente", perché l'applicazione pratica evidenzia che anche il carico concentrato si "difende bene": come indicato nel grafico (fig. 1) è stato riscontrato che inserendo dei carichi di allenamento in condizioni di recupero parziale (1 e 2), gli effetti fisiologici degli esercizi si sommano ed al maggiore affaticamento - se mantenuto nei limiti fisiologici - fa poi riscontro una maggiore supercompensazione (3).



Fig 1



Con quest'articolo desidero soffermarmi sinteticamente su un'applicazione "estrema" (a quanto pare, sviluppata decenni fa nell'Est Europeo) del carico concentrato, che consente di ottenere dei notevoli miglioramenti di forza e di massa muscolare sia in generale che, in particolare, nelle sezioni carenti.
Nel caso di sezioni carenti, in pratica, si tratta di allenare tali muscoli consecutivamente per 2 o 3 (anche 4?) giorni, avendo però l'accortezza di far poi riposare adeguatamente (anche 8-14 giorni) il gruppo muscolare così duramente stressato, al fine di esaltare i meccanismi di supercompensazione. In casi di specializzazione di un distretto muscolare, occorre inoltre fare in modo di non affaticarsi eccessivamente allenando allo stremo anche gli altri muscoli, in quanto ciò, soprattutto se si è natural, potrebbe rivelarsi controproducente. Senza scendere troppo nei dettagli (per maggiori informazioni potete contattarmi direttamente), la configurazione di una tabella di specializzazione per i deltoidi potrebbe essere la seguente:




Desidero evidenziare il fatto che occorrerà allenare allo "stremo" (con le opportune tecniche di intensità) solo i deltoidi, mentre per le altre sezioni muscolari bisognerà limitarsi a 4-6 serie da circa 6 ripetizioni (con molto peso, ma anche con molto riposo tra i set).
Chi ha disponibilità di tempo può anche provare ad allenare i deltoidi al mattino e le altre sezioni muscolari la sera, in modo da poter veramente "dare tutto" nell'allenamento dell'area carente.
Probabilmente vi sembrerà una procedura "strana" per impostare una tabella settimanale (o giù di lì....), ma abbiate un po' di fiducia e riscontrerete dei notevoli risultati (ovviamente se avete elaborato la tabella in maniera idonea). Sono convinto che proverete, nelle sezioni allenate con tale procedura, un DOMS (Delayed Onset of Muscle Soreness: l'insorgere dell'indolenzimento muscolare dopo la seduta di allenamento) mai provato prima, a conferma di quanto questo metodo permette di "attaccare" veramente a fondo anche i muscoli carenti: maggiore "incursione" = maggiore crescita!
Personalmente, consiglio prevalentemente tale metodo per le sezioni muscolari carenti, ma - con gli opportuni accorgimenti - può, come già accennato prima, anche essere utilizzato per allenare tutto il corpo. Non desidero (per non confondervi le idee) allungare più di tanto la trattazione presentandovi anche questa procedura. Per i dettagli riguardo questo secondo modo di applicare il metodo, vi rimando quindi, ad un prossimo articolo.