Elettrostimolazione: uso dell'elettrostimolatore

( del dott. Stefano Elia )


L'elettrostimolazione può essere utilizzata sia per migliorare le qualità muscolari (ossia per allenare il muscolo), sia per attuare una vera e propria opera di prevenzione o riabilitazione (nei riguardi degli infortuni). In queste pagine parleremo soltanto del primo aspetto; il secondo esula dagli scopi della nostra trattazione, perché comporta considerazioni che variano notevolmente da caso a caso e, comunque, presuppone il ricorso alla consulenza di un fisiatra.

La procedura di utilizzo

Per usare al meglio un elettrostimolatore bisogna seguire un procedimento logico definito dai seguenti punti:

1 - Selezionare il programma di stimolazione (forza, forza resistente, ecc...);
2 - Decidere quali sono i muscoli da stimolare (prioritari e secondari);
3 - Stabilire il numero di sedute settimanali;
4 - Stabilire il numero di settimane di lavoro;
5 - Decidere come integrare l'elettrostimolazione con gli altri tipi di allenamento.

Per chiarire adeguatamente i primi due punti dobbiamo ricorrere ad un esempio pratico; abbiamo scelto uno sport impegnativo: il Beach volley.


1.    Selezione del programma di stimolazione

Il Beach Volley, proprio per la sua spettacolarità, e la dispersione di forza causata dall'elemento sabbia che lo contraddistingue, richiede oltre alle doti di esplosività, anche una componente di resistenza alla fatica. Pertanto i programmi da utilizzare, saranno in ordine di importanza.


• Forza Esplosiva
• Forza
• Forza resistente

Va da sé che questo aspetto varia al variare della disciplina sportiva esaminata.



2.    Muscoli da trattare

Per quanto riguarda il distretto muscolare dove applicare gli elettrodi , i muscoli prioritari, ossia quelli che intervengono attivamente al gesto atletico, sono:

• Quadricipiti
• Glutei
• Tricipiti Surali (polpacci)

Muscoli secondari, ossia che non partecipano direttamente ma in maniera marginale, sono:

• Ischio crurali
• Tricipiti
• Lombari
• Deltoidi

Va da sé che per altre discipline i parametri suddetti cambiano.


3. Numero di sedute

Per quanto riguarda questo punto, la scelta si fa in relazione al periodo della stagione in cui ci si trova (preparazione pre- agonistica, competizione, ripresa dopo un infortunio, ecc.) o dal tempo di utilizzo dell'elettrostimolatore da parte dell'atleta (all'inizio dell'uso il numero delle sedute è più basso che andando avanti).

Ad esempio, se ci troviamo in un periodo di gara, è consigliabile un impiego ponderato per non incorrere ad una fase di superallenamento della muscolatura in questione; idem se si adopera l'elettrostimolatore per la prima volta.


4. Numero di settimane

È compito di ogni preparatore atletico personalizzare questo dato per abbinarlo nel migliore dei modi all'esercizio volontario. In altre parole, questo aspetto dell'allenamento va regolato a misura per ogni atleta.

In genere si riduce il periodo quanto più intenso è l'utilizzo dell'elettrostimolatore.


5. Integrazione con altri allenamenti

Se si allena la forza e si decide di farlo con entrambi gli allenamenti (volontario e involontario), è consigliabile partire con l'allenamento volontario. In caso contrario, ossia facendo prima l'elettrostimolazione, l'allenamento volontario si svolgerebbe su muscoli già stanchi.

In allenamenti di forza resistente, invece, è consigliabile procedere al contrario; infatti l'elettrostimolazione, fatta per prima, procura un pre-affaticamento muscolare senza affaticare il sistema cardio-vascolare, dando la possibilità all'esercizio di aumentare sensibilmente il metabolismo glicolitico.



6.Intensità della stimolazione

In ultimo parliamo di un altro aspetto importante, fonte di dubbi per chi comincia: l'intensità della stimolazione.

Di regola si consiglia di svolgere la seduta ad intensità massima, perché le percentuali di fibre che lavorano crescono al crescere dell'intensità.

Un dato fornito da una famosa casa produttrice (come al solito, non facciamo nomi), dimostra che se uno sportivo sano e ben allenato non supera come minimo i 30mA di intensità, non riscontra significative modificazioni sul muscolo trattato. Tuttavia questa è una considerazione del tutto generica; in realtà bisogna valutare diversi aspetti particolari (ad esempio, una presenza di lesioni interne dovute a strappi muscolari pregressi).

Il mio consiglio è quello di aumentare gradualmente l'intensità nel corso di ogni seduta, seguendo le proprie sensazioni e a seconda del vasto muscolare stimolato.


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