Grassi Idrogenati: meglio evitarli

(articolo di Umberto Miletto)


Sono una categoria di grassi estremamente dannosi, non sono il prodotto della natura, ma dell'uomo, ottenuti attraverso una lavorazione industriale.

Detti anche grassi "trans" hanno ultimamente attirato l'attenzione di nutrizionisti e medici per la loro pericolosità.

Non sono altro che grassi polinsaturi, che attraverso un processo di idrogenazione che avviene cataliticamente con calore a bassa pressione, vengono trasformati in grassi saturi.

È attraverso questo procedimento che da oli vegetali si ricavano margarine che hanno il pregio di conservarsi a lungo senza irrancidire.

Vengono abbondantemente utilizzati nell'industria alimentare per preparare prodotti che a loro volta conservano a lungo la freschezza.

Li troviamo nei biscotti, nelle merendine, nei cracker, creme spalmabili, prodotti dolciari in genere e spesso come grassi di cottura nei fast food.

La legislazione italiana non obbliga ancora di specificare la loro presenza sulle etichette.

Ma perché i grassi idrogenati sono nocivi? Per vari motivi.

Bloccano per inibizione competitiva alcuni enzimi che intervengono nel metabolismo dell'acido linoleico, un Omega 6 essenziale che l'organismo non è in grado di sintetizzare e che li deve assumere con la dieta, di conseguenze interrompe la produzione di alcuni ormoni, quali le prostaglandine, che regolano la pressione sanguigna, le funzioni renali e le infiammazioni.

In più gli acidi grassi idrogenati rendono le cellule più permeabili anche alle sostanze tossiche, modificando la selettiva barriera di membrana.

Si pensa anche che indeboliscano le funzioni immunitarie e che interagiscano sul metabolismo lipoproteico aumentando il colesterolo "cattivo" LDL e diminuendo quello "buono" HDL, comportandosi come acidi grassi saturi.

È quindi molto importante fare attenzione ai grassi che si assumono, preferire sempre i grassi insaturi (es. olio d'oliva) e limitare il più possibile l'utilizzo di grassi idrogenati.