Perdere grasso

(di Claudio Tozzi Olympian's News)


Nell'uomo, però, questo gene non è stato mai trovato mutato, quindi il suo ruolo è ancora da definire. Per la verità è stato individuato anche un altro ormone fondamentale per il controllo del peso, la leptina, che è prodotta proprio dal tessuto adiposo, ma ne parlerò più diffusamente nella parte di questo articolo dedicata agli integratori. Per adesso, sappiamo di certo che se l'insulina è troppo alta i nostri adipociti tenderanno a contenere sempre più grasso, impedendoci il dimagrimento. Quindi se ingeriamo degli zuccheri, specialmente a veloce assorbimento come lo zucchero o il glucosio, e il tasso della glicemia sale anche solo del 30-50% rispetto ai valori normali (un grammo di glucosio x un litro di sangue), la quantità di insulina aumenta molto al di sopra della norma. Se il tasso di insulina rimane su valori mediobassi, il glucosio ha dei grossi problemi a superare le membrane degli adipociti. Se invece l'insulina si alza, il glucosio, insieme ad altre sostanze, entra facilmente sia negli adipociti sia in altre cellule. Più specificatamente, quando l'insulina è alta, molte molecole di quest'ormone si legano a specifici recettori che sono situati sulla membrana dell'adipocita. Questi legami insulina-recettore provocano, tra gli altri, due meccanismi fondamentali per capire meglio la fisiologia del dimagramento l'ingrassamento:

1) Si attivano gli speciali "carriers" per il glucosio, che si possono raffigurare come dei camioncini che caricano una molecola di glucosio dalla parte esterna della membrana della cellula adiposa, le fanno attraversare la membrana e la scaricano all'interno della cellula. Quando questi carriers sono vuoti ritornano alla superficie esterna della membrana per caricare un'altra molecola di glucosio e ripetere quindi il ciclo. In pratica i legami insulina-recettore fanno partire il meccanismo di trasporto dei carriers.

2 ) Vengono fabbricati nuovi trigliceridi dagli enzimi attivati, appunto, dai legami insulina-recettore. In pratica il glucosio viene trasformato in grasso.

In base a questi dati, appare chiaro che per mantenere il nostro grasso corporeo basso, dobbiamo limitare il più possibile i picchi di insulina durante la giornata. Attenzione; è chiaro che questa indicazione è valida soltanto per chi tende ad avere un' alta percentuale di grasso corporeo e/o comunque dimagrisce con difficoltà. L'insulina è anche un ormone anabolizzante e quindi chi ha, per mera questione genetica, poco grasso, deve invece sfruttare tutte le potenzialità di questo polipeptide. Quindi, per i meno fortunati, si devono evitare il più possibile gli alimenti ad alto indice glicemico (sì, OK, per la creatina siete scusati!), cioè dei cibi che innalzano velocemente il tasso di glicemia e quindi di insulina. Ma vediamo nello specifico come si comporta, per esempio, il pane bianco. Come si vede dal grafico 1,


GRAFICO 1 - Andamento della glicemia (ossia del tasso di glucosio nel sangue, in mg per ogni 100 cc di sangue) in funzione del tempo (in ore) dopo assunzione di 50g di carboidrati sottoforma di pane (trinagoli), spaghetti (quadrati) e fruttosio (cerchi).


se ingeriamo 50 grammi di pane avremo un innalzamento della glicemia anche fino a 150 mglcento centimetri cubici di sangue, mentre supera appena i 50 mgldl con la stessa quantità di spaghetti, ed è quasi nullo nel caso del fruttosio, uno zucchero semplice. Anche se non è facile calcolare il corrispondente aumento insulinico per ogni alimento, è chiaro che i cibi a basso indice glicemico permettono l'immissione di minor quantità di insulina.


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