Uno Sport Spettacolare: Ginnastica Artistica

(articolo di Roberto Rillo)



Quando si parla di ginnastica artistica molti pensano più che ad uno sport ad una attività simile alla danza. In realtà questa specialità olimpica non ha molto in comune con la danza, semmai potrebbe avere qualche legame con le acrobazie da circo! Ecco allora che subito si realizza di cosa si tratta: salti mortali, volteggi alla sbarra ed al cavallo e soprattutto la croce agli anelli.

Qualche decennio fa infatti alcuni praticanti maschi disturbati dalla parola "artistica" che pensavano ledesse in qualche modo la loro virilità, la usavano chiamare anche ginnastica attrezzistica.

In effetti delle sei specialità previste, cinque prevedono attrezzi tipo parallele, anelli, sbarra e cavallo ed una sola la semplice pedana.

La ginnastica artistica è balzata agli onori delle cronache purtroppo solo ultimamente con Yuri Chechi e certamente non solo per i suoi meriti sportivi, ma grazie finalmente all'interesse dei media per altri sport che non siano solo il calcio. Ecco allora che oggi quando si parla di ginnastica artistica si pensa subito ad un individuo dalla robusta muscolatura impegnato agli anelli. Non dimentichiamo anche la divertente parola magica del mago Forrest con il suo: "Yuri Chechi Chechi Yuri!"


STORIA


Ma la storia di questa disciplina olimpica si perde nella notte dei tempi. Già nell'antica Grecia erano previste delle prove acrobatiche e addirittura prima nella civiltà Cretese esisteva una spettacolare acrobazia, raffigurata in antiche anfore, dove l'atleta compiva un volteggio a corpo teso sopra….. la testa di un toro vivo!

Dobbiamo però arrivare in Europa tra il Settecento e l'Ottocento per avere le specialità regolamentate e l'utilizzo di attrezzi codificati. Il fine di questa pratica in quei tempi però era solo militare, dobbiamo attendere ancora le prime Olimpiadi del 1896 ad Atene per vedere la ginnastica artistica come specialità sportiva.

Con le prime nuove Olimpiadi di Atene volute da De Coubertein (l'importante è partecipare..) vediamo quindi la ginnastica artistica circa come è oggi.


REGOLE


Sei specialità per gli uomini (parallele, anelli, sbarra, cavallo con maniglie, volteggio al cavallo e corpo libero) e quattro specialità per le donne (parallele asimmetriche, trave, volteggio al cavallo e corpo libero).

La ginnastica artistica prevede che l'atleta esegua per ognuna delle sei o quattro specialità, una progressione di movimenti con difficoltà crescente.

Si parte quindi dal primo grado e si arriva al quinto. In questi cinque livelli le progressioni dei movimenti sono stabilite dalla Federazione Ginnastica e tanto per capirci si può partire per esempio al corpo libero, dall'eseguire la ruota per arrivare ad eseguire un salto mortale all'indietro.

Superati i primi cinque livelli si entra nella categoria juniores e qui le progressioni vengono create liberamente dall'atleta stesso che deve però che in ogni specialità inserire un numero stabilito di movimenti con difficoltà codificate.

Per esempio sempre al corpo libero deve inserire obbligatoriamente tre salti mortali indietro, due avanti, eccetera. Queste progressioni vengono valutate da una giuria con punteggio da uno a dieci. Si elimina il punteggio più alto e quello più basso e si fa la media tra i rimanenti. Non sempre vince l'atleta che ha compiuto gli esercizi più spettacolari e difficili.


PERCHE' "ARTISTICA"


La ginnastica artistica e qui assume un senso il termine artistico, tiene conto moltissimo anche dell'esecuzione, della coreografia complessiva, del perfetto allineamento del corpo. Basta un piede non perfettamente allungato, una mano con le dita aperte, un atterraggio con i piedi distanziati per essere penalizzati.

Ma in questa splendida specialità olimpica dove eccelle la velocità, la coordinazione, la forza muscolare e la scioltezza al tempo stesso, l'Italia che parte ha avuto?

Non una gran parte effettivamente, la ginnastica artistica è stata ed è ancora appannaggio quasi esclusivo di giapponesi e atleti dell'est. Infatti a parte il già citato Yuri Chechi, dobbiamo tornare indietro fino al 1964 per avere un oro olimpico a nome di Menichelli, poi indietro fino al 1932 per avere un altro oro olimpico a nome di Neri infine dobbiamo arrivare fino al 1912 poi 1908 e 1906 per avere molti ori olimpici a nome del più grande e leggendario ginnasta italiano: Alberto Braglia. Questo garzone di fornaio nella Modena di fine Ottocento che a tredici anni incontra la ginnastica, rappresenta uno dei più grandi atleti olimpici italiani di tutti i tempi. Vincitore di ben tre Olimpiadi consecutive, Atene 1904, Londra 1908 e Stoccolma 1912, diventerà poi allenatore della nazionale italiana portandola alla vittoria alle olimpiadi di Los Angeles nel 1932 con Neri.


DESTINO AMARO DI UN CAMPIONE


Il successo e la fama di questo campione si confondono però con un destino amaro. Lui che era stato un così grande campione, che aveva addirittura debuttato in alcuni spettacoli in America come attrazione acrobatica denominata "la torpedine umana", finirà i sui giorni in miseria come bidello in una palestra di Modena che il re Vittorio Emanuele III aveva inaugurata in suo onore dandogli il suo nome.


 

(Alberto Braglia 1883-1954)


La ginnastica artistica è oggigiorno una disciplina largamente praticata anche nelle scuole e i primi rudimenti fanno parte del programma ministeriale di educazione fisica previsto nella scuola media. Tale disciplina è considerata talmente importante a livello educativo, da comprendere un percorso agonistico parallelo a quello Federale da svolgersi durante la scuola media e quella superiore. In pratica le gare che si svolgono a scuola prendono il nome di Giochi della Gioventù e prevedono numerose competizioni che partono dal livello comunale, per cui in una data specialità concorrono tutti gli atleti ad esempio delle scuole medie di Milano, per arrivare via via attraverso competizioni provinciali e regionali alla fase nazionale. La selezione nazionale elegge il campione italiano per quell'anno e costituisce una vera festa delle sport. Normalmente si svolge a Roma e consente ai giovani atleti di esibirsi presso impianti sportivi di gran livello come gli impianti sportivi dell'Acqua Acetosa a Roma dove si allena la nazionale olimpica di giinastica artistica. Queste manifestazioni scolastiche comprendono un programma atletico ridotto rispetto a quello federale, ma non meno atleticamente complesso e spettacolare. L'età giusta per iniziare è verso i sette anni. In questi primi anni più che di un vero allenamento di specializzazione si tratterà di una educazione ad affinare il proprio schema corporeo sia tra le varie parti del corpo stesso sia soprattutto nella distribuzione corporeo-spaziale.

Inoltre la mobilità articolare, una dote indispensabile per la ginnastica artistica, deve essere praticata e migliorata prima della pubertà.

In tutte le città si può trovare una palestra affiliata con la Federazione Ginnastica Italiana, con istruttori federali e regolari calendari agonistici. Consultare alla pagina web www.federginnastica.it/html_ita/home.html per scegliere tra le centinaia di palestre presenti in tutte le regioni del territorio nazionale.


EQUIPAGGIAMENTO


L'equipaggiamento è super economico, un paio di calzoncini neri , una maglietta bianca a maniche corte e opzionali un paio di scarpette da ginnastica artistica. Il tutto non dovrebbe costare più di 30 euro. Procedendo con il livello si potrà comprare il costume olimpionico (quella specie di calzamaglia con canottiera incorporata). Le bambine invece useranno sempre oltre alle medesime opzionali scarpette, un costume bianco o nero simile a quello intero da piscina.

Un accenno alla morfologia più adatta per questo sport. La struttura fisica ideale è rappresentata da un soggetto non molto alto, con struttura ossea leggera. L'agilità e la velocità di certe evoluzioni acrobatiche unite alla notevole forza muscolare necessaria, non rendono praticabile a livello agonistico la ginnastica artistica per gli "spilungoni". Nonostante recentemente l'altezza media degli atleti si sia normalizzata, Yuri Chechi rappresenta l'eccezione che conferma la regola storica; la morfologia tipica del longilineo si presta generalmente di più per gli sport aerobici di resistenza. Sopratutto il baricentro del longilineo, ovvero il centro di gravità che nell'essere umano si trova virtualmente all'altezza del bacino, è troppo in alto a causa delle gambe lunghe. L'insieme del baricentro del corpo in opposizione al peso della testa, che fa da bilanciere in tutti i movimenti acrobatici, costituisce , in una figura imprescindibile come il salto mortale, un perfetto equilibrio. Pensate alla facilità con la quale ruota per aria con un colpo di polso una mela e con quanta più difficoltà rotea una banana!

Un'altra dote molto importante è la cosidetta forza veloce, quella per intenderci tipica dei cento metristi, saltatori, sollevatori di pesi, ecc. Questo tipo di forza dovuta principalmente alla percentuale di fibre bianche presenti nei nostri muscoli è essenzialmente determinata a livello genetico. E' facile intuire come possedere muscoli con fibre ad attivazione veloce e che tra l'altro sono quelle responsabili della forza e del volume muscolare, rappresenti per il ginnasta un altro elemento fondamentale. Quasi tutti i movimenti della ginnastica artistica si svolgono in frazioni di secondi durante le quali i muscoli dell'atleta si contraggono generando una forza incredibile. E del resto basta guardare lo sviluppo muscolare dei ginnasti: muscoli scolpiti e duri come roccia!