Rhodiola Rosea - Benefici della Rodiola nello Sport

Cosa è la Rhodiola rosea

La Rhodiola rosea è una pianta tipica delle zone montuose e sub-artiche Europee e Asiatiche, nota come radice d'oro o radice artica.
Dalle radici di questa pianta è possibile ottenere una droga particolarmente ricca in principi attivi dotati di attività adattogena ed ergogenica.
Gli innumerevoli studi condotti su questa pianta hanno permesso di individuare innumerevoli principi attivi tra i quali:

  • Acidi Fenolici come l'acido clorogenico e idrossicinnamico;
  • Flavonoidi;
  • Flavolignani come la rodiolina;
  • Proantocianidine;
  • Monoterpeni;
  • Oli essenziali;
  • Fenilalcaloidi.

Ognuno di questi elementi ha dimostrato importanti attività biologiche, particolarmente utili in corso di stress psico-fisico.
Proprio per questi motivi la Rhodiola è stata da sempre utilizzata come rimedio antistress, adattogeno, antifatica, ergogenico e migliorativo della funzione muscolare.
Oltre alle potenziali attività in ambito sportivo, che approfondiremo nel prossimo paragrafo, alla Rhodiola vengono attribuite anche:

  • Proprietà antiossidanti, utili nel proteggere l'organismo ed in particolare il sistema nervoso dall'azione lesiva delle specie reattive dell'ossigeno;
  • Attività neuroprotettive e neurotrofiche;
  • Attività cardioprotettive e vasoprotettive, efficaci nel ridurre il rischio di patologie cardio-vascolari sia acute che croniche;
  • Attività antinfiammatorie ed antiedemigene;
  • Attività neuroendocrine e metaboliche.

Rhodiola e sport

In virtù delle suddette proprietà, la Rhodiola è stata impiegata con successo in ambito sportivo.
Diversi studi descrivono infatti i potenziali benefici derivanti dall'opportuna assunzione di Rhodiola, soprattutto durante i periodi più intensi di allenamento.
Da una critica rilettura della letteratura scientifica, l'assunzione di Rhodiola, in ambito sportivo, potrebbe:

  • Sostenere le difese immunitarie dell'atleta, riducendo il rischio di over-training, durante sessioni allenanti intense o competizioni di endurance come ciclismo e maratone;
  • Ridurre l'insorgenza dei DOMS (delayes onset muscole soreness), dopo esercizio fisico intenso, agevolando così il recupero muscolare post work-out;
  • Ridurre le concentrazioni post work-out di marcatori di danno muscolare quali mioglobina, creatinkinasi e lattato deidrogenasi, avvalorando così il tanto citato ruolo mioprotettivo;
  • Ridurre le concentrazioni sistemiche di citochine infiammatorie, in seguito ad attività fisica prolungata e intensa;
  • Migliorare l'attività cardiovascolare e ventilatoria durante attività di endurance;
  • Potenziare le attività antiossidanti endogene, proteggendo le strutture muscolari, nervose e ligamentose dai danni indotti dall'esercizio fisico intenso;
  • Esercitare un azione ergogenica tale da garantire un miglioramento della performance soprattutto negli sport di endurance o di resistenza;
  • Sostenere il tono dell'umore e quindi il grado di motivazione dell'atleta, durante sessioni allenanti particolarmente intense;
  • Ottimizzare il flusso energetico mitocondriale, garantendo così un miglioramento generalizzato del metabolismo ossidativo;
  • Bilanciare la secrezione ormonale, riducendo la secrezione di ormoni catabolici come il cortisolo e le catecolammine, a favore invece di ormoni utili al recupero ed alla crescita muscolare.

Tutte le suddette attività avrebbero quindi importanti ripercussioni sia sullo stato generale di salute dell'atleta che sulla performance e le relative capacità di recupero.

Modalità d'uso e sicurezza d'impiego

E' molto complesso definire una dose di impiego di Rhodiola efficace e riproducibile.
Generalmente questa dovrebbe essere formulata di volta in volta in base alla titolazione dei principi attivi piuttosto che al formato farmaceutico prescelto.
L'uso di Rhodiola si è generalmente rilevato sicuro, nonostante siano descritti in letteratura casi di insonnia ed irritabilità legati all'assunzione di questa pianta.
L'uso di Rhodiola è generalmente controindicato durante la gravidanza e nel successivo periodo di allattamento al seno, così come in pazienti sottoposti a farmacoterapia.

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