Farmaci Utili per Erezioni Più Forti

Gli impressionanti numeri epidemiologici, le importanti ripercussioni sulla qualità di vita generale ed in particolare sulla sfera psicologica e socio-relazionale hanno spinto gli esperti del settore a ricercare terapie sempre più efficaci per la disfunzione erettile.
Grazie agli enormi sforzi compiuti negli anni, è oggi possibile contare su diverse opzioni terapeutiche, sia farmacologiche che non, in grado di modificare il decorso clinico di questa condizione e le relative complicanze.
Per questi motivi è divenuto di fondamentale importanza oggi, inquadrare tempestivamente e clinicamente il disturbo, così da mettere in atto la strategia terapeutica più indicata al caso.

Terapia farmacologica per os: gli inibitori delle 5-fosfodiesterasi

Gli inibitori delle 5-fosfodiestarsi hanno rivoluzionato lo scenario terapeutico della disfunzione erettile, offrendo dei rimedi farmacologici particolarmente efficaci e relativamente sicuri.
Questi principi attivi costituiscono oggi la terapia di prima scelta nel trattamento della disfunzione erettile.
L'enorme successo terapeutico è giustificato dal fine meccanismo d'azione degli stessi, in grado di inibire l'attività di enzimi, appunto le 5-fosfodiestarsi, coinvolti nella degradazione del GMPcicliclo.
Questa molecola costituisce l'elemento chiave in grado di trasformare segnali biochimici e neuroendocrini in eventi cellulari, ed in particolare nel rilasciamento della muscolatura liscia dei vasi intracavernosi.
Il tutto si traduce nella conseguente vasodilatazione, nell'aumento del flusso vascolare intracavernoso e quindi nell'erezione.
I principi attivi responsabili di tale azione sono:

  • Sildenafil;
  • Vardenafil;
  • Tadalafil;
  • Avanafil.

Terapia farmacologica per os: altri farmaci

I diversi e sfaccettati meccanismi patogenici presenti alla base del disturbo, richiedono evidentemente approcci terapeutici complementari rispetto a quello precedentemente descritto.
Un classico esempio è rappresentato dalla disfunzione erettile di natura endocrinologica, ad esempio legata ad ipogonadismo, che richiederebbe una terapia sostitutiva con ormoni steroidei.
Diversamente la disfunzione erettile su base neurogena o psicogena, che troverebbe giovamento dalla somministrazione di principi attivi come l'Apomorfina, agonista dei recettori dopaminergici, o dalla contestuale somministrazione di inibitori della melanocortina.
Per questo motivo sono attualmente in atto numerosi altri studi in grado di testare la potenziale efficacia di altri principi attivi.

Terapia farmacologica intracavernosa

La somministrazione, attraverso iniezione intracavernosa, di principi attivi direttamente nel pene, ha costituito, fino all'avvento degli inibitori delle 5-Fosfodiesterasi, l'unica soluzione terapeutica non chirurgica alla disfunzione erettile.
Questa terapia si è avvalsa nel tempo di:

  • Papaverina, principio attivo in grado di indurre vasodilatazione ed incremento del flusso vascolare intracavernoso per circa un'ora.
  • Fentolamina, somministrata anche per via muscolare, in grado di inibire i recettori alfa-adrenergici, agendo pertanto al livello neuromuscolare.
  • PGE1, prostaglandina dallo spiccato potere vasodilatatorio somministrabile sia per via intracavernosa che per via intrauretrale.

Quest'ultimo approccio terapeutico si è dimostrato negli ultimi anni molto efficace, e generalmente ben tollerato.
L'uso di farmaci per via intracavernosa è gradualmente caduto in disuso per la difficoltà di somministrazione, il dolore in sede di iniezione, la scomodità d'uso e soprattutto per gli effetti a lungo termine sull'assetto istologico intracavernoso.
Secondo alcuni esperti infatti l'uso prolungato di iniezioni intracavernose, indurrebbe una parziale alterazione dell'architettura dei corpi cavernosi, con deposizione di fibre ed ulteriore disfunzione endoteliale.


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