OSTEOPOROSI: conoscerla e sconfiggerla in palestra

(articolo di Tommaso Donati)


Uno dei traumi più ricorrenti nell'anziano è la rottura del femore per caduta.

Questo evento è imputabile ad alcune precise cause quali:

  • una ridotta densità ossea, che rende fragile l'apparato scheletrico e che è sempre accompagnata da un progressivo calo della forza muscolare
  • una progressiva perdita di equilibrio nei soggetti anziani

Attraverso l'utilizzo di un programma di impatto dinamico (che preveda ad esempio l'uso dello step) si possono raggiungere importanti obbiettivi quali: l'incremento della forza e reattività muscolare, in particolar modo a carico degli arti inferiori, il ripristino ed il miglioramento degli automatismi legati all'equilibrio e l'aumento della densità ossea.

Possiamo, quindi, correggere tutti quei fattori di rischio che possono causare l'insorgere di fratture nell'anziano e quindi una precoce menomazione ed invalidità.


Riassumendo, un'attività fisica volta a combattere e prevenire l'osteoporosi dovrebbe, quindi, prevedere l'interazione ed integrazione di due tipi di programmi:


JRF : Joint Reaction Forces, protocolli di esercizi che inducono stress alla struttura scheletrica

attraverso forze di reazione articolare, quali ad esempio il sollevamento di manubri e bilancieri

o l'uso di macchine isotoniche. Queste attività hanno un'influenza positiva soprattutto sul

tessuto osseo dove si applica la tensione applicata dalla contrazione muscolare e, quindi,

un'azione distrettuale prevalentemente concentrata nel punto di inserzione muscolo-tendineo.


GRF : Ground Reaction Forces, protocolli di lavoro che si basano sull'azione svolta dalla forza di

gravità, comprendenti esercizi quali balzi, salti, step ed attività di resistenza antigravitarie come

la corsa. Questi esercizi hanno un'influenza più generale e determinano un aumento di

mineralizzazione sull'intera struttura scheletrica, anche se si sono evidenziati i maggior

incrementi a livello della regione prossimale del femore e dell'anca (tra l'altro due tra le zone

più a rischio di osteoporosi, motivo in più per applicare questo tipo di protocolli di lavoro).(11)

Nella lotta all'osteoporosi particolare importanza riveste anche la dieta che deve essere varia ed equilibrata e soprattutto garantire un adeguato e soddisfacente apporto di sali minerali e vitamine (soprattutto calcio e vitamina D). Per questo, per particolari categorie a rischio o in delicate fasi della propria vita, può risultare utile e raccomandabile l'utilizzo di specifici integratori, per sopperire all'insufficiente apporto alimentare o agli aumentati bisogni fisiologici. (figura 6)


Fig. 6.


Conclusioni


Come per molte altre patologie, è l'interazione di più elementi e cause (più o meno controllabili e modificabili) che genera l'osteoporosi.

Solo la correzione, ove possibile, di questi fattori di rischio e l'adozione di adeguati comportamenti (alimentazione adatta alle richieste dell'organismo, integrazione, movimento) e stili di vita possono prevenire e ridurre i problemi correlati a questa malattia.

La ricerca scientifica dimostra, inconfutabilmente, come l'attività fisica rappresenti l'unica terapia non farmacologica in grado di opporsi ai processi degenerativi dell'osso, tipici dell'età adulta.

Per questo, allo scopo di mantenere in buona salute il nostro organismo e le nostre ossa, è indispensabile eseguire costantemente un regime di allenamento ben programmato e strutturato.

E' indicato un tipo di lavoro capace di coinvolgere una vasta gamma di distretti muscolari e realizzato con adeguati livelli di intensità e di carico, ma sempre nel pieno rispetto del sistema muscolo-osteo-articolare dell'individuo.


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